lunedì 1 agosto 2016

LA Personalità di Tipo C

Una psichiatra californiana, Lydia Temoshok, intorno agli anni ’80, introdusse il concetto di personalità di tipo C, dopo aver eseguito delle osservazioni su individui affetti da melanoma e messo in evidenza come la gravità della diagnosi non sia legata in modo lineare alla durata della sopravvivenza. Riteneva vi fossero una costellazione di tratti psicologici che comportassero un fattore di vulnerabilità per lo sviluppo del cancro. I suoi studi riguardavano un’ attenta valutazione del comportamento di individui ospedalizzati per melanoma (Rafanelli e Gostoli, 2011).                                                                                                                                 
Questi soggetti manifestano dei comportamenti contrapposti a quelli messi in atto dai soggetti con comportamento di tipo A. I soggetti di tipo C, mostrano passività e calma, poca attenzione alla percezione del proprio corpo e una scarsa attenzione verso i propri bisogni, con la conseguenza che in caso di necessità non ricercano aiuto dagli altri sebbene siano disposti a darlo.                                                                                                                                                                          
I soggetti di tipo C non sono in grado di esperire in modo chiaro la propria emotività e i propri bisogni, non sono capaci di identificare i loro segni interni e mostrano attenzione verso gli affetti e le esigenze delle altre persone a svantaggio dei propri (Rafanelli e Gostoli).                                                                                                                             
E’ stata formulata l’ipotesi secondo la quale i comportamenti messi in atto da questi individui producono degli stati di stress cronico che il soggetto non è in grado di identificare e di manifestare e la contemporanea comparsa di risposte omeostatiche disfunzionali “incluse reazioni fisiologiche inappropriate agli eventi stressanti, come un aumento della reattività fisiologica ed una maggiore lentezza nella ripresa dalla malattia”(Rafanelli e Gostoli).                                                                                                                                                  
Studi presenti in letteratura mostrano come alcune delle caratteristiche della personalità di tipo C quali la negazione e il diniego comportino un aumento della rapidità dell’avanzamento della patologia in soggetti sieropositivi (Rafanelli e Gostoli).
A livello fisiologico, questi soggetti mostrano una maggiore attività neuroendocrina, è riportato infatti un incremento dell’attività parasimpatica, e alterazioni immunitarie, come un decremento della funzionalità del sistema linfocitario e delle cellule natural killer, questo comporta una diminuzione delle difese dell’organismo e può essere un fattore di vulnerabilità che può predisporre allo sviluppo del cancro (Baldoni, 2010).  

Bibliografia

-       Baldoni, F. (2010). La prospettiva psicosomatica. Bologna: Il Mulino.
-       Rafanelli, C e Gostoli, S. (2011). Ruolo della personalità. In S. Grandi, C. Rafanelli e G. A. Fava (a cura di), Manuale di psicosomatica. (pp 129-177). Roma: Il Pensiero Scientifico Editore.       

Dott. Bernardini Francesco & Flori Lorenzo

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