
Il Sonno si compone di quattro fasi che si ripetono varie volte durante la notte: due sono caratterizzate da un sonno leggero; le altre da un sonno più profondo ed è soprattutto da queste ultime che dipende la qualità del dormire; vi è poi una quinta fase molto importante chiamata "fase REM" (Rapid Eyes Movement, movimenti oculari rapidi) durante la quale le informazioni, le impressioni, gli avvenimenti del giorno precedente vengono ricapitolate, raccolte e ordinate dal cervello. Si tratta dunque di una fase del sonno in cui si memorizza, si ordina e addirittura si impara selezionando le esperienze del giorno, immagazzinando le più importanti ed eliminando le altre.
Ma perché si dorme? Nella maggioranza degli studi e delle sperimentazioni della neurofisiologia e della neuropsicologia (scienze che studiano il funzionamento del cervello) si afferma che dormire è una necessità istintiva dell’uomo; se si paragona lo stato di veglia e lo stato di sonno alle funzioni digestive il primo è analogo alla ricerca del cibo e all’atto del mangiare, mentre il secondo al digerire, all’impiegare le componenti nutritive del cibo e dunque acquistare forza. Infatti tutto il metabolismo (soprattutto nella fase REM) aumenta, aiutando così l’organismo a immagazzinare energia. Vi sono peraltro molte altre funzioni caratteristiche del dormire, vediamone alcune: l’apparato renale e il fegato eliminando le tossine più efficacemente di quando si è svegli; il sistema immunitario produce più anticorpi; il midollo osseo "fabbrica" globuli rossi in gran numero; l’ormone somatotropo (quello della crescita) viene escreto in quantità considerevoli eccetera... Tutto ciò, dunque, mostra il sonno come una fase attiva della vita quotidiana assolutamente necessaria a completare l’equilibrio di tutto il corpo e di conseguenza quanto possa essere nocivo non dormire.
Perché non si riposa? Con il termine insonnia si indica la sensazione soggettiva di non aver tratto sufficientemente riposo dal proprio sonno, perché non adeguatamente lungo o perché privo di sufficienti capacità ristoratrici.
Il fattore "durata" del sonno è purtroppo non significativo per fare diagnosi di insonnia poiché vi sono notevoli differenze individuali nella percezione della quantità di sonno di cui ciascuno necessita. Infatti vi sono persone che dormono costantemente poco più di 3 ore per notte senza alcun disturbo (persone famose che appartengono a questa tipologia erano Winston Churchill, Napoleone, Papa Giovanni XXIII, Pirandello, Thomas Edison, ...), vi sono anche individui che qualora dormano meno di dieci ore non si sentono in completo benessere e affermano di non aver dormito a sufficienza.
Dunque, per definire questo disturbo del sonno è estremamente importante tenere conto della soggettività e si può definire insonne chiunque, indipendentemente dalla durata del sonno, non dorme bene e per questo non si sente in completa efficienza fisica e mentale durante il giorno.
Tre sono i tipi di insonnia: il primo è detto "insonnia iniziale", cioè è presente una difficoltà ad addormentarsi a cui può seguire un sonno anche prolungato ma riferito oggettivamente insoddisfacente; il secondo tipo è "l’insonnia centrale", caratterizzata da numerosi e a volte prolungati risvegli; infine il terzo tipo (insonnia terminale), spesso conseguenza del secondo, ma definito come un mancato ripristino del sonno dopo un risveglio precoce notturno.
Tutti e tre i tipi di insonnia possono essere episodi sporadici oppure cronici.
L’insonnia sporadica è un disturbo occasionale transitorio e di solito è legata a situazioni momentanee e soprattutto di tipo ansioso (ad esempio, eventi dell’indomani che destano preoccupazioni). L’insonnia cronica è invece un disturbo persistente nel tempo e che riduce notevolmente il benessere e le prestazioni della persona.
Per quanto riguarda le cause, in genere si distinguono un’insonnia detta primaria e una secondaria; nella primaria non è riconoscibile nessuna chiara causa, mentre nella secondaria è possibile riconoscere sia cause fisiche che psichiche.
L’insonnia primaria
E’ questo uno dei disturbi che spesso il medico generico deve affrontare e purtroppo quello meno suscettibile di un trattamento soddisfacente. Probabilmente tutto ciò avviene perché non sono appunto chiare le cause e il trattamento dunque non può essere accuratamente mirato.Esistono d’altro canto numerose scuole di tipo psicologico che affrontano il problema seppur con diversi presupposti.
L’insonnia secondaria
I disturbi più frequenti che causano insonnia sono: l’angina pectoris, lo scompenso cardiovascolare, le apnee notturne per un periodo variante da 20 a 90 secondi date da ostruzioni delle vie aeree superiori (polipi nasali, sinusiti), il ciclo mestruale caratterizzato dalla cosiddetta tensione premestruale, la menopausa, l’iper e l’ipotiroidismo, l’ipertrofia prostatica, l’ultimo mese di gravidanza, l’alterazione del normale ciclo di attività-riposo che si verifica frequentemente nelle persone che volano da un continente all’altro (jet-lag) oppure che sono sottoposte a turnazione lavorativa, l’ansia (causa l’insonnia iniziale), la depressione (causa l’insonnia centrale e la terminale).
I farmaci per dormire fino a qualche anno fa per indurre e mantenere il sonno venivano utilizzati solitamente i barbiturici. Queste sostanze sono state via via abbandonate perché da un lato sono molto tossiche, dall’altro perché riducevano considerevolmente la fase REM del sonno con conseguenze "diurne" nocive (difficoltà di memoria, confusione mentale, notevole riduzione dell’attenzione eccetera).
Attualmente vengono prescritti soprattutto due tipi di farmaci: le benzodiazepine che agiscono nella fase di addormentamento; gli antidepressivi triciclici che regolano il sonno in generale oltre ad avere un effetto sulla depressione.
Entrambi questi tipi di farmaci devono essere assunti sotto stretto controllo medico (in particolare i triciclici) perché non sono privi di effetti collaterali e perché paradossalmente possono causare un’insonnia secondaria. Gli ipnotici, infatti, perdono la loro efficacia nel tempo e ciò può provocare una reazione paradossa: la persona nel timore dell’inizio di una nuova serie di notti insonni entra in uno stato d’ansia che causa a sua volta insonnia.
Medicina naturale: Tre sono le possibilità terapeutiche più efficaci nella cura dell’insonnia: l’agopuntura, l’omeopatia, la fitoterapia (cura con le erbe).
Tratto da Bestlife
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