
Nonostante questa sostanza fosse stata pensata per i cosiddetti "pazienti schizofrenici" risultò "utile" per il trattamento sintomatico dei cosiddetti "pazienti depressi". Sempre negli stessi anni l'Iproniaride (I-MAO ovvero Parmodalin) sostanza usata originariamente come antitubercolare cominciò ad essere invece usata come antidrepessivo perché induceva un particolare stato di euforia nelle persone cui veniva somministrato.
Anche per la "depressione" come per la "schizofrenia" ed altro vengono proposte un'infinita varietà di ipotesi eziologiche, nessuna delle quali ad oggi sembra convincere del tutto la stessa comunità scientifica. Al di là di tutto, le statistiche fornite dagli psichiatri fissano intorno al 10/20% della popolazione l'entità di tale disturbo. Ciò significherebbe che in Italia il numero dei depressi si aggirerebbe intorno ai 5-10 milioni! Una cifra che ci pare francamente eccessiva e forse dettata da interessi che poco o nulla hanno a che vedere con l'attenzione dovuta alla salute delle persone.
Agli inizi degli anni ’50, furono descritte casualmente le proprietà euforizzanti del iproniazide, principio usato nella terapia della tubercolosi il quale risultò poi efficace in pazienti depressi. Dal iproniazide è derivata una delle principali classi di antidepressivi: gli inibitorio delle monoammino ossidasi (IMAO). Poi qualche anno più tardi Kuhn riconobbe le proprietà antidepressive dell’imipramina, sintetizzata da Thile e Holzinger alla fine del XIX secolo e introdotta all’inizio in terapia psichiatrica come antipsicotico. Proprio dall’imipramina è derivata l’altra classe di farmaci antidepressivi, i triciclici (TCA), così chiamati per la loro struttura molecolare. Ancora più di recente, con il progressivo approfondimento delle conoscenze sul meccanismo d’azione degli antidepressivi e sui correlati biologici dei disturbi dell’umore, ai due raggruppamenti iniziali si sono aggiunte sostanze a struttura chimica eterogenea, definiti antidepressivi atipici o di seconda generazione. Il più noto di questi ultimi è il Prozac.
Aspetti clinici
In generale i cosiddetti antidepressivi sono psicofarmaci utili nel trattamento della sintomatologia depressiva. In soggetti che non presentano disturbi di questo tipo, i farmaci antidepressivi generalmente non danno alcun effetto psicologico desiderabile, mentre possono comportare una generale sensazione di fatica e alcuni sgradevoli effetti collaterali. Per questo i farmaci antidepressivi non sono oggetto di abuso tossicomanico.
In persone depresse, invece, gli antidepressivi si dimostrano spesso capaci di migliorare il tono dell’umore, di sbloccare l’inibizione psicomotoria tipica del depresso, di attivare l’appetito e, in qualche caso, di moderare l’ansia del soggetto.
Gli antidepressivi triciclici (TCA)
Questa classe di antidepressivi ha sostituito quasi per intero gli antidepressivi IMAO. I TCA sono senza dubbio i farmaci antidepressivi più usati. L’efficacia antidepressiva di questi farmaci è stata ampiamente dimostrata da una serie di studi clinici effettuati negli ultimi 25 anni. Alcuni TCA come l’amitriptilina e la doxepina possiedono una maggiore attività sedativa rispetto ad altri TCA, infatti vengono impiegati specialmente negli episodi depressivi in cui è notevole la componente ansiosa e/o l’insonnia.
Gli antidepressivi triciclici vengono usualmente utilizzati nella terapia della depressione, a fronte di una sintomatologia di questo tipo:• disinteresse, stanchezza, difficoltà a concentrarsi
• pensieri tristi, voglia di piangere, sensi di colpa
• insonnia
• perdita dell’appetito
• perdita del senso del valore di sé e della propria autostima, idee di suicidio
Non si riscontrano significativi fenomeni d’abuso di questi farmaci, perché il loro uso massiccio non comporta effetti psicologici e fisiologici appetibili, comportando al contrario effetti collaterali spiacevoli.
Gli effetti indesiderati sono legati per lo più all'attività anticolinergica (atropino-simile) propria di questi farmaci. Ricordiamo: Disturbi extrapiramidali (esattamente come per i farmaci neurolettici);
Effetti anticolinergici: secchezza delle fauci; stipsi; tachicardia; ritenzione urinaria; disturbi dell'accomodazione visiva (= difficoltà a mettere a fuoco); disturbi della memoria.
Effetti adrenalinici: ipotensione ortostatica (ovvero sensazione di svenimento in posizione verticale); vertigini; tachicardia; tremore; negli uomini eiaculazione ritardata.
Effetti antistaminici: sonnolenza; ipotensione (ovvero pressione bassa); aumento dell'appetito;
aumento del peso; alterazione dell'attività psicomotoria e cognitiva; segnalati alcuni casi di discinesia tardiva.
Se combinati con bevande alcoliche aumenta la probabilità di incorrere negli effetti collaterali, soprattutto nell'alterazione della capacità di coordinare i movimenti.
Se combinati con farmaci anticolinergici (antiparkinsoniani, Disipal), soprattutto negli anziani, possono ulteriormente provocare ritenzione urinaria e ipertrofia prostatica, occlusione intestinale e problemi cardiaci. Non sono rari i casi di intossicazione acuta e di effetti teratogeni (effetto relativo allo stato di gravidanza).I sintomi che devono far sospettare un'intossicazione acuta sono: coma, convulsioni, gravi aritmie.
Le controindicazioni assolute all'uso degli TCA sono le stesse di tutti gli altri farmaci ad azione anticolinergica:cardiopatie con particolare attenzione per le turbe del ritmo;glaucoma ad angolo chiuso;ipertrofia prostatica. I farmaci triciclici non danno dipendenza né assuefazione.
forse non tutti sanno che...
L'indicazione d'uso di antidepressivi triciclici è molto restrittiva e presuppone una chiarezza diagnostica che spesso è inesistente. Il trattamento con tali farmaci deve mantenersi su dosaggi bassi (20/25 mg) e frazionati durante la giornata.
Qualora le prescrizioni non rispettassero tale accorgimento minimo è consigliabile chiedere una riduzione graduale per evitare, oltre ad effetti tossici, stati di particolare eccitazione e gravi reazioni ansiose.
Va ricordato che un'estensione degli effetti sedativi di molti psicofarmaci corrisponde spesso alla comparsa di uno stato depressivo grave che in alcuni casi arriva al suicidio. Tali sostanze possono inoltre causare nelle persone stati di confusione e turbamento che se nel gergo psichiatrico vengono definite "psicosi tossiche" in realtà sono da considerarsi sintomo-effetto indotto dall'uso di psicofarmaci (vedi neurolettici e antidepressivi).
L'intossicazione acuta da antidepressivi triciclici
I casi di sovradosaggio di antidepressivi triciclici possono sfociare in un’intossicazione acuta, che può essere valutata sulla base della quantità di farmaco assunta e dei livelli plasmatici di principio attivo. L’ingestione di alte dosi di antidepressivi triciclici provoca una sintomatologia da intossicazione acuta (vedi sotto) e in alcuni casi anche la morte (Surplix e Tofranil).
L’intossicazione acuta da TCA interessa in particolare il cuore e il SNC, i sintomi tipici sono:
• dilatazione pupillare
• agitazione psicomotoria e stato confusionale
• disartria e convulsioni
• paralisi respiratoria e intestinale
• cute secca e arrossata, diminuzioni delle secrezione mucosa
• gravi aritmie cardiache
• coma
Le interazioni farmacologiche dei TCA con altri psicofarmaci sono molto pericolose. In particolare l’interazione fra TCA e antidepressivi IMAO deve essere evitata per la possibile insorgenza di convulsioni, ipertensione arteriosa, colassi cardio-circolatori, morte improvvisa. Anche l’associazione di TCA con antiparkinsoniani, antistaminici, alcuni antispastici, deve essere evitata. I TCA aumentano inoltre l’effetto sedativo sul SNC di alcol, barbiturici, BDZ, e altre sostanze che deprimono il SNC. I TCA possono anche potenziare gli effetti farmacologici delle amfetamine e di farmaci ad attività amfetamino-simile. Sono stati riportati casi di crisi ipertensiva ed emorragie cerebrali talvolta fatali nei casi documentati di tali interazioni farmacologiche.
Il trattamento dell’intossicazione acuta da TCA deve essere sempre effettuato in un’unità di terapia intensiva, il soggetto intossicato deve essere quindi accompagnato il più possibile rapidamente in ospedale.
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