Comprendere cosa genera i sintomi è importante
perché ogni disturbo ha
una sua identità a
una sua storia. Bisogna interrogarsi su quali esperienze sociali negative sono
rimaste impresse nella mente di quella persona tanto da condizionarla oggi. A
volte i sintomi emergono a seguito di eventi dall’impatto fortemente negativo,
altre volte invece si manifestano in maniera apparentemente improvvisa e hanno
un effetto “domino” su tanti aspetti del quotidiano (con il partner, in
famiglia, a lavoro).
Una tecnica che si sta rivelando
estremamente efficace nel trattamento dei disturbi psicologici di vario livello
si chiama EMDR (Eyes Movements Desensibilization Reprocessing) e si basa sulla
localizzazione degli eventi traumatici e sulla riduzione degli effetti negativi
nella vita della persona.
Quando si vivono momenti di forte
disagio può capitare di sentirsi sopraffatti da sensazioni negative e
spiacevoli perché la mente non riesce a contenerli e circoscriverli, per cui le
tracce di quell’evento
rimanendo cristallizzate nelle reti neurali nella loro forma più arcaica -
pensieri, sentimenti, emozioni - possono riattivarsi quando vengono sollecitati
da episodi “specifici” del quotidiano.
Il continuo ripresentarsi di
qualcosa vissuto nel passato che rappresenta un “sentire” profondamente
disturbante accade proprio in virtù delle tracce lasciate nelle “reti” che sono
separate dal sistema mnemonico adattivo della persona. Ma da cosa si originano
le reti neurali? Ogni rete è formata da informazioni provenienti da 4 canali:
il canale sensoriale (prevalentemente vista, ma anche tatto, udito e olfatto),
il canale emotivo, il canale cognitivo (dove sono presenti sia le convinzioni
negative associate alla memoria traumatica che le cognizioni positive che la
persona vorrebbe fossero associate alla memoria una volta che questa viene
elaborata), ed in fine le sensazioni corporee.
I due emisferi cerebrali non si
influenzano reciprocamente, ma sono responsabili in maniera esclusiva della
elaborazione distinta delle informazioni provenienti dai 4 canali, pertanto è necessaria
la stimolazione bilaterale per connettere l’emisfero che contiene le sensazioni
corporee a quello che contiene l’informazione cognitiva ed ottenere così tutti i contributi
necessari per una adeguata elaborazione dell’evento
traumatico!
Ed è proprio sulla stimolazione
alternata degli emisferi che si fonda la tecnica EMDR: attraverso i movimenti
oculari destra/sinistra, o l’alternanza di suoni destra/sinistra, o la stimolazione
tattile prima nella mano destra e poi in quella sinistra che si sollecitano i
due emisferi a restituire le informazioni immagazzinate, un po' come se
restituissero i pezzi del puzzle che hanno sottratto in un tempo passato per
poterlo ricomporre nel qui ed ora!
Così facendo i ricordi disturbanti
perdono la loro carica emotiva negativa (fase della desensibilizzazione), e ciò
può accadere in una o più sedute indipendentemente da quanti anni siano
trascorsi dall’evento traumatico.
Dopo l’EMDR la persona ricorda l’evento ma il contenuto è totalmente
integrato in una prospettiva più funzionale, generando uno schema cognitivo ed
emotivo positivo.
L’immagine cambia nei contenuti e nel
modo in cui si presenta, i pensieri intrusivi e le sensazioni corporee in
genere si riducono di intensità o spariscono completamente, diventando più adattavi.
L’elaborazione dell’esperienza traumatica che avviene con l’EMDR permette alla persona di
cambiare prospettiva, cambiando le valutazioni cognitive su di sé, incorporando
emozioni adeguate alla situazione attuale.
Il trattamento EMDR può rivelarsi
utile anche in situazioni che risultano difficili sa superare ed elaborare,
come ad esempio può aiutare a ridurre la sofferenza legata ad un lutto.
Bibliografia:
Antonio Onofri, Cecilia la Rosa, il Lutto, 2015, Giovanni Fioriti, Roma.
Francine Shapiro, Lasciare il passato nel passato, 2013, Astrolabio, Roma.
Tal Croitoru, EMDR Revolution, cambiare la propria vita un ricordo alla volta, 2015, Mimesis, Milano.
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